Politiche rinnovabili
Il Decreto Rinnovabili (D.Lgs n.28/2011) è entrato in vigore il 29 marzo 2011. Accoglie la Direttiva 2009/28/CE della Comunità Europa e stabilisce il quadro istituzionale, gli strumenti e gli incentivi per il raggiungimento degli obiettivi 2030 in materia di energie rinnovabili.
La normativa definisce rinnovabili tutti i tipi di energia che provengono da fonti non fossili.
Questo decreto prevede che, dal 1° gennaio 2017, gli edifici di nuova costruzione o sottoposti a ristrutturazione rilevante debbano prevedere impianti di produzione di energia capaci di attingere da fonti rinnovabili per almeno il 50% dell’energia consumata.
Il D.L 244/2016, meglio noto come “decreto Milleproroghe” ha posticipato al 1°gennaio 2018 l’inizio dei vincoli citati.
Per nuova costruzione si intende anche la demolizione e la ricostruzione degli edifici, nonché l’ampliamento di edifici per una percentuale di volume che sia superiore al 15% di come si presentava lo stabile preesistente. Per quanto riguarda, invece, i titoli abitativi richiesti entro il 31 dicembre 2017, i nuovi edifici sono obbligati a raggiungere una capacità di soddisfare almeno il 35% dei consumi degli impianti termici proveniente da fonti rinnovabili. La legge prevede precisamente che gli edifici soggetti a tale norma devono essere progettati in modo da garantire la capacità di procurare da fonti rinnovabili almeno il 50% del consumo di acqua calda ed il 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e raffreddamento.
Nella categoria di edifici soggetti a ristrutturazioni rilevante, rientrano gli edifici con superficie superiore a 1000 metri quadrati sottoposti a opere di rinnovamento integrale degli elementi costituenti l’involucro.
Rinnovabili: la differenza tra edifici pubblici e privati e l’eccezione dei centri storici
Le quote obbligatorie variano a seconda che si tratta di edifici pubblici o privati.
Gli edifici pubblici devono garantire una quota minima obbligatoria del 55% di energie rinnovabili, gli edifici privati del 45%.
Eccezioni sono previste per gli edifici costruiti o ristrutturati che si trovano nei centri storici (zone A del D.M n 1444/1968), la cui quota è ridotta del 50%, quindi 25% per i privati, e 27,5% per i pubblici.
Infine, qualora il progettista riesca a dimostrare eventuali incompatibilità tra l’utilizzo delle rinnovabili e la conservazione del valore storico ed artistico dell’edificio, il legislatore prevede l’esclusione completa dei suddetti obblighi.
Agevolazioni per la transizione energetica: il FER 1
La normativa ha come obiettivo di ridurre la quota di consumo, nettamente maggioritaria, di energie fossili, come metano e GPL, per limitarne gli effetti sull’ambiente.
Il piano prevede:
- Un premio di 12€/MWh su tutta l’energia prodotta per gli impianti fotovoltaici realizzati al posto delle coperture in amianto o eternit.
- Un premio di 10€/MWh sulla quota netta consumata in sito per gli impianti di potenza fino a 100 Kw installati sugli edifici.
Inoltre, porta a 15 mesi (anziché 12 in precedenza), il tempo tra la comunicazione di aggiudicazione dell’incentivo e l’entrata in esercizio dell’impianto senza che il bonus subisca una decurtazione.
Altre novità introdotte dal FER 1: i contratti d’acquisto o PPA
Si prevede, infatti, la realizzazione di una piattaforma di mercato per la negoziazione di lungo termine di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Il decreto FER è già stato visionato ed approvato dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), e dalla conferenza Stato-Regioni Unificata. Manca ormai solo il parere favorevole della Commissione Europea, che potrà apporre le proprie accezioni, una volta valutato il decreto.
Obiettivo 2030
Sono ambiziosi, dal punto di vista ambientale e della sostenibilità, gli obiettivi posti sia dall’Unione Europea (con la Direttiva RED II per il 2030), sia dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima del Governo Italiano. In questo contesto, il Decreto Rinnovabili rappresenta un’importante tappa verso il raggiungimento dei target fissati e la decarbonizzazione dell’economia nazionale.
Articolo a cura di: Bruno Bonifacio
Fonti: anteritalia